Inferno Rosa
- Antonella
- 2 dic 2016
- Tempo di lettura: 1 min

Stavi bene lì.
Quel primo di Dicembre. Mentre affondavo giù.
Ascolta questa, mi ripetesti ogni giorno. Per tutto il mese. Fino al disgusto.
Forse le fa bene, credevi.
Cantando Battisti mi urlasti che mi amavi.
Successe solo una cosa.
Finii in
Il tuo maglione mio.
La felpa da terza media, con i logo della Nike, che poi studio marketing, il logo della vittoria.
Io e te cosa abbiamo vinto?
Neanche una promessa.
Stai lì, e dici impertinente che bisogna offrire un’educazione critica a tutti.
Che poi si finisce che i discorsi girano a vuoto.
A me tutto questo è stato regalato.
Combattiamo insieme il capitalismo
pieni di contraddizioni.
Si compirebbe di sicuro solo con me che ho vinto te.
manco fossi un premio alla lotteria.
Non è nemmeno così sicuro.
Metti che vado per incassarti e tu non ci sei più. Che sei stato stanco di ripetere fino al disgusto.
Metti però che è la lotteria di Natale dove tutti sono vestiti male, di una lana troppo pesante.
dentro non si respira.
e tu mi sudi, mi sudi pure dentro, mi dai fastidio,
con quella barba incolta in cui mi nasconderei e
quella voce tremante che mi fa da specchio.
Da lì non scappi più.
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