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I semafori rossi impazziti

  • Antonella
  • 14 nov 2016
  • Tempo di lettura: 1 min

Abbiamo cancellato i nomi delle vie, per fingere di incontrarci per caso, ad un incrocio.

Ma siamo ancora distanti quello spazio delle piste ciclabili, ed è come se fossero continenti.

Fusorari.

Dopo torrenti di sguardi e parole dalla fragilità destabilizzante, scorgevo miti e proverbiali silenzi nei tuoi occhi. Una timidezza diradata. Disidratata.

Ricordo ancora le pareti delle guance degli Altri, i sorrisi prestati a Chiunque, gli incendi interiori scoppiati per Nulla.

Mi assomigli sempre di più a quel frammento che non ho mai accettato. A dinamo stellari. Il cielo si fa più scuro, chiuso più dei bar in cui ci siamo persi, sporco più delle svolte a cui ci siamo fermati.

Si disfano soffitti. Piovono nuvole. E crolli stanco. Avanzano tempi sulle tue palpebre chiare. Non riuscivo ad accettare che fossi a due centimetri e dei millimetri dal mio sguardo solo a sorridermi.


 
 
 

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